Sentirsi a casa … APG23!!

Erano gli anni in cui don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, andava negli istituti a far visita ai disabili. “Perché non ci porti a casa tua?” è stata la richiesta che ha provocato il Don ad aprire la prima Casa Famiglia a Coriano nel lontano 1973.

Da allora tanti membri della Comunità hanno scelto di aprire la propria casa e condividere la vita con gli ultimi, facendosi carico della loro situazione, mettendo la propria spalla sotto la loro croce, diventando concretamente madre e padre, fratello e sorella di quanti sono in condizioni disperate, ai quali nessuno pensa, dei quali nessuno effettivamente s’innamora. Dimessi dal carcere, da ospedali psichiatrici, da istituti, minori non adottabili, persone in stato di abbandono, sfruttamento, schiavitù, profughi, immigrati… ritrovano una vera famiglia.
Le famiglie che accolgono si lasciano determinare dai bisogni degli ultimi che il Signore mette loro accanto, che fanno modificare il modo di gestire la famiglia, la professione, l’uso del denaro, il tempo libero…
Coloro che sono accolti anche per un brevissimo tempo sono amati come se dovessero rimanere per sempre. Non lo si fa per istruirli, guarirli, toglierli dall’abbandono, ma perché il Signore li ama. E perché si amano si cerca di guarirli, istruirli, toglierli dall’abbandono; ma si rimane con loro anche se sono ritenuti irrecuperabili.
La Casa Famiglia va oltre l’assistenza e la prestazione per essere condivisione: non c’è chi salva e chi è salvato, ma ci si salva assieme.

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Cuore della Casa Famiglia è la cappella, dove c’è la presenza fisica di Gesù: stando in ginocchio si impara a stare in piedi, davanti a Lui si trovano la ragione e il modo per amare.
Nella Casa Famiglia non si vive in modo diverso da una normale famiglia: c’è chi lavora, chi studia, chi sta vicino alla mamma, chi non fa niente perché non può… davvero una vita ordinaria, di una famiglia uguale a tante altre, ma che si fa straordinaria per quegli ultimi, invisibili e soli, che finalmente si sono sentiti scelti da qualcuno e hanno potuto dirsi “a casa”.

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