Nel mezzo milione di giovani che hanno accolto ieri papa Francesco alla GMG di Lisbona erano presenti molti provenienti dalle Marche. Secondo i dati della Conferenza Episcopale Marchigiana sono circa 1.400 i giovani delle parrocchie marchigiane accompagnati dai preti e animatori della pastorale giovanile e degli oratori. Un altro consistente gruppo organizzato è formato dai giovani delle Comunità Neocatecumenali, che collegano sempre alla GMG anche un loro raduno internazionale: dalle Marche sono circa 1.200. A questi vanno aggiunti i giovani che singole parrocchie, movimenti o gruppi ecclesiali della nostra regione hanno portato a Lisbona in maniera autonoma, per cui non è arrischiato calcolare che ai 2.600 “certificati” se ne possano aggiungere quelli che mancano per arrivare a 3.000.
Un dato che dopo l’esperienza del Covid, che ha rinchiuso tanti nell’isolamento, e la conseguente difficoltà di riunire i giovani per progetti impegnativi e di lungo termine, testimonia il risultato di un lavoro che sacerdoti e laici impegnati in: parrocchie, oratori e gruppi ecclesiali, stanno portando avanti con dedizione.
La partecipazione alla GMG è infatti il compimento di un cammino fatto insieme da questi giovani, con riflessione e preghiera, impegno per trovare i fondi e per organizzare il tutto, che li ha tenuti occupati fin dallo scorso ottobre. È un progetto di un intero anno, che culmina in questa esperienza all’estero e proprio per questo produce una crescita umana e di fede per quanti lo vivono.
Per comprendere quanto la GMG possa incidere nella esperienza di vita di un giovane, sono solito usare un’immagine. Quando una persona manca di punti di riferimento valoriali nella sua vita, si dice che: «ha perso la bussola». L’intera esperienza delle GMG, così come la pensò ed iniziò nel 1984 San Giovanni Paolo II, è proporre la bussola della fede come aiuto per orizzontarsi nella vita.
In ogni bussola ci sono 4 lettere, che indicano 4 direzioni, 4 vie da percorrere: N per Nord poi S, E, O.
Il primo viaggio che una GMG aiuta a fare va verso la lettera N. Insegna in pratica a camminare con fiducia dall’io al Noi. Il secondo viaggio va verso la S. Perché il segreto di tutto è affidarsi ogni giorno di più al Signore. Il terzo viaggio va verso la E. Sprechiamo spesso energie e risorse in tante cose inutili; nei giorni della GMG invece tutto insegna a riconoscere ogni giorno ciò che è Essenziale e ad esserne contenti. Infine, l’ultimo viaggio va verso la lettera O. Tanti oggi dicono che il segreto della gioia è: prendere, accumulare, possedere… invece la bussola della fede, che nella GMG si sperimenta davvero, insegna che solo chi sa Offrire troverà la perfetta letizia.
Nelle sue catechesi di questi giorni, anche papa Francesco non sta dicendo niente di diverso, anche se i reportage giornalistici focalizzano più su temi parziali come:l’impegno per l’ecologia o la pace, che sono certo le prime e più concrete conseguenze odierne di una vita giovanile “ben orientata” secondo la bussola della fede.
Se su circa 140.000 giovani loro coetanei che oggi vivono nelle Marche, ben 3.000 si lasceranno arricchire da questa esperienza della GMG, avremo in loro un significativo lievito di speranza per guardare al futuro. In un mondo occidentale che parla spesso male delle giovani generazioni, non ho timore ad essere convintamente una voce fuori dal coro.
Mons. Nazzareno Marconi, Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana.