Il Racconto di Natale
C’era un piccolissimo paese sulla costa di un monte, e al centro del paese c’era una chiesa altrettanto piccola. Un anziano sacrestano di nome Tommaso ne aveva grande cura. In modo particolare, ogni anno, costruiva un bel presepe. Le statuine del presepe avevano passato tante stagioni e Tommaso si sforzava di restaurarle, per quello che poteva, ma più di una mostrava il passare degli anni. Soprattutto c’era la statuina di un pastore, che passata di mano in mano tante volte e spesso caduta, aveva una gamba tutta rabbrecciata, dalla quale sporgeva, invece che il piede, un pezzo di filo di ferro contorto ed arrugginito. Tommaso non voleva fare a meno del pastore zoppo, le statuine erano poche e senza di lui il presepe sarebbe stato ancora più povero. Però cercava di metterlo in fondo alla scena, mezzo nascosto da un cespuglio, o con il piede di filo di ferro coperto da una pecora o da qualche filo di muschio.
Anche quell’anno il presepe era pronto con un giorno di anticipo e Tommaso la mattina del 24 aprendo la Chiesa si mise a contemplare il suo capolavoro. Ma con grande sorpresa vide che il pastore senza un piede stava proprio in prima fila, di fronte alla mangiatoia. Pensò a uno scherzo di qualche ragazzino, e rimise le cose a posto nascondendo il pastore dietro un albero, in fondo al presepe.
Dopo pranzo tornò di nuovo in chiesa, per preparare la messa di mezzanotte. Ed ecco che il pastore senza un piede era tornato di nuovo al suo posto d’onore: proprio di fronte alla mangiatoia. Eppure nessuno era stato in chiesa per tutta quella mattinata. Tommaso rimise di nuovo le cose a posto. Poi riprese il suo lavoro, continuando però sempre a dare uno sguardo al presepe. Ma giunto a sera, prima di chiudere per andare a cena e poi tornare per la messa, scoprì che il pastore zoppo era di nuovo davanti alla grotta. Tommaso si grattò la testa molto pensieroso: era una cosa strana, misteriosa, quasi un miracolo. Nessuno si era accostato. Nessuno aveva potuto spostare il pastore. Tommaso chiuse la porta della chiesa, rimise di nuovo il pastore al suo posto dietro un cespuglio, in fondo, vicino alle montagne. Poi si mise seduto davanti al presepe, fissando con attenzione per capire che cosa stava succedendo. Forse perché era sera, forse perché era stanco, ma Tommaso si addormentò. E sognò che a un segno della statuina della Vergine, gli angioletti da sopra la grotta erano volati a prendere di peso il pastore senza un piede e lo avevano portato di nuovo davanti alla grotta, allora Gesù, sorridendo, aveva battuto le manine. Tommaso si svegliò, guardò il presepe, e vide che il pastore zoppo era saldamente in prima fila, a contemplare il Bambino, Maria e Giuseppe. E siccome Tommaso era un uomo semplice, ma di grande fede, comprese ciò che Gesù voleva insegnargli: Dio non ha timore dei nostri difetti, né dei nostri limiti, neppure dei nostri peccati. È venuto sulla terra proprio per quelli che hanno limiti, difetti e peccati e li vuole vicino a sé, per perdonarli e renderli migliori. Tommaso si avvicinò, prese in mano il pastore che era stato zoppo, e vide che ora aveva un piede tutto nuovo e sul volto dipinto un bellissimo sorriso.
Buon Natale.
+ Nazzareno