2023/04/06 Omelia Santa Messa Crismale

06-04-2023

Carissimi confratelli nel ministero ordinato e voi tutti care sorelle e fratelli,

questa Messa Crismale ci riporta alla sorgente della nostra vita di fede, infatti, è da questa liturgia che consacra e benedice i Santi Olii e rinnova le promesse Sacerdotali, che in qualche modo trarranno origine tutte le celebrazioni dei sacramenti di questo anno, fino alla prossima Messa Crismale 2024.

Con questi oli si celebreranno i battesimi, le cresime, le ordinazioni sacerdotali, e le unzioni dei malati. Nella fedeltà rinnovata al nostro sacerdozio, che vivremo far qualche momento, si fonda poi la celebrazione di tutte le eucarestie, le confessioni, ed i matrimoni per un intero anno.

Come dal primo gennaio viviamo l’Anno civile, come celebriamo al ritmo della Parola di Dio ed a partire dall’Avvento l’Anno liturgico, così da una Messa Crismale all’altra scorre l’Anno sacramentale. Comprendere il valore prezioso dei sacramenti è vitale per la spiritualità cattolica, una grande e santa tradizione di cui siamo custodi, un tesoro di grazia che ci è consegnato per l’intera umanità.

I sacramenti sono le grandi azioni di Dio con cui quotidianamente santifica il mondo, realizzati anche attraverso il nostro servizio e con la partecipazione attiva e consapevole di tutta la comunità cristiana.

Siamo perciò chiamati ad una grande missione: custodire e vivificare la sorgente dei sacramenti, attraverso la tradizione apostolica a cui ci lega questa Liturgia degli olii. Per questo solo il Vescovo, cioè l’Apostolo di questa Chiesa diocesana, può presiedere oggi nella bellezza della Cattedrale rinnovata, questa celebrazione. Una liturgia in cui splende la realtà della chiesa diocesana a cui è affidata la missione di custodire e curare al meglio possibile la celebrazione dei sacramenti. Per questo, in maniera diretta o indiretta, ma tutti i sacramenti sono celebrati per mandato del vescovo ed in comunione con tutta la Chiesa diocesana.

Per questo, in unione con tutto il Presbiterio, oggi ci viene spiritualmente riconsegnata la grazia dell’Ordine sacro, che dobbiamo di anno in anno far crescere e confermare nei nostri cuori.

I sette sacramenti, questo tesoro spirituale della Chiesa Cattolica, lo crediamo fermamente, è una ricchezza di grazia non solo per noi, ma per tutto il mondo. Ciò però non deve spingerci all’orgoglio. Gli olii che consacriamo e benediciamo sono contenuti in fragili vasi di creta, per ricordarci, come dice l’Apostolo nella Seconda ai Corinzi, che: “Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2Cor 4,5-7).

Per cosa dunque siamo ordinati, se non per evangelizzare e celebrare i sacramenti?

Ma siamo chiamati a fare ciò sapendo di essere solo dei servitori: che portano il grande tesoro della Parola, ma nel fragile vaso di creta delle nostre parole umane. Siamo dei servitori che distribuiscono la grazia dei sacramenti, ma nel fragile vaso di creta delle liturgie che presiediamo con la nostra poca fede, a volte la scarsa coerenza della nostra vita ed il cuore sempre un po’ indurito, che fatica ad amare Dio ed i fratelli.

Non dobbiamo scoraggiarci: i sacramenti sono sempre efficaci per l’azione di Cristo, che ci sovrasta e supplisce alle nostre debolezze; ma quanto è certamente più fruttuosa la celebrazione di un sacramento se il ministro, anziché indegno, è un vero uomo di Dio, nutrito dalla fedeltà alla preghiera umile e fiduciosa al Padre.

Per questo non cessiamo, fratelli, di pregare il Padrone della messe perché mandi nuovi e santi operai per la sua messe, mentre chiediamo che sostenga la fatica e le debolezze di quanti già da tempo lavorano nella vigna del Signore.

Pur con tutti i nostri limiti dobbiamo guardare a questa missione che ci è stata affidata con l’ordinazione diaconale, presbiterale ed episcopale, con gratitudine e stupore. Il Santo curato d’Ars lo insegnava con parole che solo dette da lui non fanno arrossire: “S. Bernardo ci dice che tutto è venuto a noi attraverso Maria: si può anche dire che tutto ci è venuto attraverso il prete: tutte le benedizioni, sì, tutte le grazie, tutti i doni celesti”.

Quando celebriamo l’eucarestia e tutti i sacramenti non dimentichiamo mai questa grandezza. A partire dai Sacramenti, infatti, si sviluppa tutta la vita spirituale del cristiano. Le età della vita sono così ritmate ed accompagnate dai sacramenti, dalla loro preparazione, dalla celebrazione e dalla mistagogia. Soprattutto quest’ultima, la mistagogia, dobbiamo riscoprire come: il tempo in cui dopo avere ricevuto un sacramento ne sperimentiamo tutta la grazia spirituale, ne comprendiamo perciò meglio valore e significato e per i sacramenti che si possono ripetere, impariamo a meglio celebrarli e viverli più intensamente la prossima volta che li riceveremo.

In piena sintonia con quanto detto finora, proprio al termine di questa celebrazione consegnerò i materiali per la Lettera Pastorale 2023: a tutti voi miei preti e diaconi, ma anche a tutti i fedeli che vorranno vivere questo segno di Cammino Sinodale. Soprattutto a partire da quanti fanno parte dei Consigli pastorali Parrocchiali e di Unità Pastorale.

Il nostro Cantiere Diocesano del Cammino Sinodale è infatti centrato proprio sulla parrocchia ed il suo necessario e costante rinnovamento. Questo testo, più interrogativo che assertivo, mi servirà per redigere la prossima Lettera Pastorale 2023. Per questo i suoi 4 capitoletti si chiudono con delle domande rivolte a tutti voi.

Vorrei diventasse uno strumento di confronto e di revisione di vita, consegnato a voi ed ai Consigli Pastorali. Spero di ricevere da molti entro il 20 maggio ed alla mail indicata: correzioni, consigli, suggestioni che mi aiutino a dare a queste pagine la loro forma definitiva.

Come vedrete, in piena armonia con quanto ho detto, le colonne portanti della vita parrocchiale che vi indico come incrollabili e da cui dovremmo ripartire sono 4: la domenica, proprio i sacramenti, l’accoglienza e la festa.

Che la grazia del Signore vi sostenga e vi consoli, accompagnandoci tutti in un cammino che certamente non è semplice, ma sicuramente è bello e prezioso e per il quale è giusto dare lode a Dio.

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