
I funerali del Cardinale Edoardo Menichelli si svolgeranno mercoledì 22 ottobre alle ore 10 a San Severino Marche presso il santuario della Madonna dei Lumi. La cerimonia sarà presieduta da sua eccellenza monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, che ha voluto condividere questo ricordo personale di “don Edoardo”.
«La morte del Cardinale Menichelli mi ha colpito profondamente, anche se purtroppo la sua situazione di salute sempre più precaria mi era ben nota. Ma 47 anni di conoscenza e per gran parte di amicizia sempre più stretta, non si possono cancellare a cuor leggero.
Ho conosciuto don Edoardo Menichelli nella primavera del 1978, in una bella parrocchia di Roma i Sacri Cuori di Gesù e Maria, dove già da otto anni, lui era collaboratore nei tempi liberi dal suo lavoro in Santa Sede. Lo faceva seguendo soprattutto i giovani e le coppie di fidanzati che si avviavano al matrimonio.
Questo ruolo di collaboratore, libero ed innovatore, ma anche capace di grande lealtà verso chi aveva una responsabilità superiore, don Edoardo lo ha vissuto per tantissimi anni, sia in Santa Sede con vari incarichi da lui svolti, che nel suo lavoro pastorale parrocchiale.
Con lui ho anche collaborato allora, facendo iniziative con la Pastorale Giovanile della Diocesi Di Roma, che camminava in grande sintonia con gli Assistenti del Seminario Romano di cui facevo parte. Poi gli anni sono passati. Abbiamo mantenuto sporadici contatti ed ho visto don Edoardo diventare Vescovo, prima a Chieti e poi ad Ancona. Qui ci siamo ritrovati, quando sono arrivato come Vescovo di Macerata e temo che avesse anche lui un po’ di colpa in questa mia nomina.
Con lui mi sono ritrovato a collaborare entro la Conferenza Episcopale Marchigiana. Ho vissuto con gioia e con stupore, penso non più grande di quelli che ha provato lui, quando è stato nominato Cardinale. Come mi confidava con grande spontaneità: “Ti assicuro, non me lo aspettavo proprio!”.
L’ho visto, dopo il suo saluto ad Ancona, ritirarsi nella sua San Severino e qui era tornato davvero gioioso a fare il “Cardinale vice parroco”, come gli dicevo scherzando. Era felice di stare in mezzo alla gente fino all’ultimo giorno, con la sua straordinaria ed invidiabile capacità di fare prediche interminabili, ma che il popolo seguiva con particolare attenzione fino alla fine.
Perché don Edoardo con intelligenza, arguzia e fine cultura, sapeva parlare di Dio con il cuore in mano, raggiungendo il cuore di tutti.
Qualche anno fa, mentre era Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana, mi confidò la sua sofferenza per alcune incomprensioni che si erano create e con l’ironia che contraddistingueva i nostri dialoghi gli dissi: “Non preoccuparti don Edoardo, che quando morirai tutti parleranno bene di te!”.
Oggi sto verificando che proprio questo succede, ma non perché è morto, ma perché era davvero un bravo prete».

