
La Diocesi di Macerata ha inaugurato nel pomeriggio del 5 marzo 2025, Mercoledì delle Ceneri, nella Cattedrale dei San Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata, la Via Crucis, della quale è appena terminato l’intervento di restauro, progettato ed eseguito dall’Istituto di Restauro delle Marche.
L’evento è stato articolato in due momenti. Dapprima una presentazione delle 14 opere pittoriche, di ambito italiano del XVII secolo, del loro portato simbolico e delle caratteristiche tecniche, delle operazioni eseguite. Ha fatto seguito, poi, il rito di Benedizione delle stazioni della Via Crucis presieduto dal vescovo Nazzareno Marconi.
Alla presentazione, moderata dall’archivista diocesano, Ivano Palmucci, sono intervenuti, oltre a Sua Eccellenza il Vescovo, l’architetto Giacomo Alimenti, coordinatore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Macerata; Piergiorgio Capparucci, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Macerata; Francesca Aloisio, direttrice dell’Istituto di Restauro delle Marche, insieme a Francesca Fedele e Sofia Calamante, studentesse dell’Istituto, in rappresentanza dei colleghi che hanno preso parte alle operazioni di restauro.
Nella sua relazione, mons. Marconi ha ripercorso insieme ai presenti la storia della Via Crucis ed il suo messaggio teologico e spirituale. Intervento che riportiamo integralmente di seguito:
«La prima citazione scritta di cui disponiamo per la Via Crucis è del 1294 nel Liber peregrinationis di un domenicano, Rinaldo di Monte Crucis, in cui ricorda che al culmine del suo pellegrinaggio a Gerusalemme è salito al Santo Sepolcro «per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem», e ne descrive le varie stationes: il palazzo di Erode, il Litostrato, dove Gesù fu condannato a morte, il luogo dove Egli incontrò le donne di Gerusalemme, il punto in cui Simone di Cirene prese su di sé la croce del Signore.
Questa devozione gerosolimitana si diffonde in Europa a partire dal 1400 e probabilmente secondo uno studio di Mons. Piero Marini famoso storico della liturgia si connette con tre devozioni più antiche: la devozione alle sette cadute di Cristo sotto la Croce; quella della processione del Venerdì Santo con 7 o 9 tappe sostando davanti a varie chiese ed infine la devozione alle “Stazioni” di Cristo, una forma di meditazione che ricorda i momenti in cui Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario o perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché mosso dall’amore cerca ancora di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che incontra.
Per almeno un secolo il numero ed il tema delle stazioni della via crucis cambia da una regione all’altra. I grandi diffusori della devozione sono i francescani, che sull’esempio di S. Francesco stigmatizzato alla Verna danno grande attenzione alla passione di Cristo ed alla sua morte in croce.
La scelta della prima stazione, da cui dipendono tutte le altre, varia fino alla metà del 1600.
Soprattutto se si prediligono i fatti citati dai vangeli e più importanti o la ricostruzione devota di episodi commoventi. Per esempio, molte via crucis della metà del 1600 iniziano con la lavanda dei piedi, ponendo al centro della celebrazione il tema dell’umiliazione di Cristo. Altre con l’agonia del Getsemani, focalizzando sul tema dell’obbedienza al Padre celeste.
Quella che divenne predominante fu però la condanna di Gesù nel pretorio di Pilato, una «prima stazione» che legge la via crucis come racconto della Passione in cui Gesù prende su di sé la nostra condanna per i peccati commessi. Il peso della croce è così il peso dei peccati del mondo e le cadute mostrano la loro gravità crescente.
La Via Crucis, nella sua forma attuale, con le stesse quattordici stazioni disposte nello stesso ordine, è attestata in Spagna nella prima metà del diciassettesimo secolo, soprattutto in ambienti francescani. Dalla penisola iberica essa passò prima in Sardegna, allora sotto il dominio della corona spagnola, e poi nella penisola italica.
Qui incontrò un convinto ed efficace propagatore nel francescano San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751). Nato a Porto Maurizio, l’odierna Imperia, compì i suoi studi a Roma presso il Collegio romano retto dai Gesuiti, per poi entrare nel Ritiro di san Bonaventura, sul Palatino, dove vestirà il saio francescano. Inviato dal Papa in Corsica a ristabilire la concordia tra i cittadini, riuscì ad ottenere, nonostante le gravi divisioni tra gli abitanti, un impensabile abbraccio di pace. Il tema della Croce era al centro della sua predicazione: richiamava le folle alla penitenza e alla pietà cristiana. Nelle sue missioni al popolo celebrava la Via Crucis con grandi folle, erigendo entro le grandi basiliche o in città e campagne, segni stabili per le 14 stazioni, invitando i fedeli a ripetere questa devozione durante l’anno. San Leonardo eresse personalmente oltre 572 Via Crucis stabili, delle quali è rimasta famosa quella eretta nel Colosseo, su richiesta di Benedetto XIV, il 27 dicembre 1750, a ricordo di quell’Anno Santo. Per questa sua azione appassionata Sant’Alfonso Maria de’ Liguori lo definì «il più grande missionario del nostro secolo».
Quando viene collocata entro una chiesa la via crucis segue un percorso circolare antiorario a partire dalla sinistra guardando l’altare. Questo percorso ha una sua logica se teniamo presente la particolare conformazione delle Chiese cattoliche. La classica basilica a tre navate, guardando all’altare, ha infatti sulla sinistra la navata detta del “lato del vangelo” (in cornu Evangelii in latino) perché vi si proclamava il vangelo, mentre la navata opposta è detta in cornu Epistolae, perché vi si proclamava l’Epistola. Così i due lati lungo i quali scorre la via crucis sono posti in ordine cronologico: prima a sinistra la storia della vita di Gesù (vangelo) e poi a destra la storia della vita della Chiesa (epistola).
La struttura ed il messaggio teologico della via crucis.
Le tre cadute strutturano la via crucis in quattro sezioni e ne risulta una visione teologica di tutta questa celebrazione:
PRIMA SEZIONE
La condanna e la pena: Gesù ingiustamente condannato accetta di portare il peso dei nostri peccati
1) Gesù è condannato a morte
2) Gesù è caricato della croce
3) Gesù cade per la prima volta
SECONDA SEZIONE
3 incontri personali sulla via della croce: siamo chiamati a condividere la Croce di Cristo
4) Gesù incontra sua Madre
5) Simone di Cirene aiuta Gesù a portare la croce
6) la Veronica asciuga il volto di Gesù
7) Gesù cade per la seconda volta
TERZA SEZIONE
Un incontro comunitario: tutto il popolo credente pianga i suoi peccati
8) Gesù ammonisce le donne di Gerusalemme
9) Gesù cade per la terza volta
QUARTA SEZIONE
Il tema è: il sacrificio di Cristo sul Calvario con particolare attenzione al corpo di Cristo.
10) Gesù è spogliato delle vesti
11) Gesù è inchiodato sulla croce
12) Gesù muore in croce
13) Gesù è deposto dalla croce
14) Il corpo di Gesù è collocato nel sepolcro.
Il corpo di Cristo è preparato per il sacrificio all’inizio spogliandolo dalla tunica ed alla fine rivestendolo nella sindone. Così viene prima innalzato e poi deposto dalla croce. Si pone così al centro di tutta la scena la sua morte, come offerta della sua vita per noi.
In filigrana si può intravvedere la stessa dinamica rituale della Messa, che nella consacrazione è centrata sul corpo eucaristico di Cristo: l’ostia, infatti, viene prima estratta dai lini e poi rimessa nei lini per darla in comunione. L’ostia, corpo eucaristico di Cristo, viene esposta alla venerazione prima elevandola dall’altare e poi deponendola di nuovo sull’altare. In questo modo il gesto chiave diventa, al centro dell’elevazione e deposizione, il momento di muta adorazione dell’ostia, corpo eucaristico di Cristo che visualizza la sua morte come sacrificio offerto al Padre.
La Chiesa con la via crucis ha conservato una memoria viva delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni del suo Sposo e Signore. Memoria affettuosa, se pure dolorosa del tratto che Gesù percorse dal Monte degli ulivi al Monte Calvario. La Chiesa, infatti, sa che in ogni episodio accaduto durante quel cammino si cela un mistero di grazia, è racchiuso un gesto di amore per lei».