Evento

Il cardinale Ravasi ha inaugurato la mostra su Matisse a Macerata

L'esposizione rimarrà allestita a Palazzo Ricci fino al 28 settembre 2025

Il cardinale Gianfranco Ravasi ha inaugurato la mostra “Henri Matisse e la cappella di Vence – Come farfalle in volo: la casule” a Macerata. In occasione dell’anno giubilare 2025, la Diocesi di Macerata e i Musei Vaticani hanno reso omaggio al celebre artista francese e alla sua opera d’arte sacra, la realizzazione della Cappella del Rosario per il convento delle suore domenicane di Lacordaire a Vence, in Costa Azzurra. 

Da una prima idea di Renato Poletti, Presidente della Fondazione Giustiniani Bandini,  l’esposizione curata da da Micol Forti, Responsabile della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, l’esposizione sarà allestita fino al 28 settembre 2025 nelle sale di Palazzo Ricci, sede della Fondazione Carima, grazie alla disponibilità e la collaborazione del suo presidente Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi. All’interno della mostra, in esclusiva, quattro casule che Matisse realizza tra il 1950 e il 1951.

Ospite atteso è stato il cardinale Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, accolto nella Cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista dal vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi. 

Alla conferenza di apertura hanno preso parte anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, il vice sindaco di Macerata Francesca D’Alessandro in rappresentanza del sindaco. Con loro il  vice presidente della provincia Luca Buldorini, il rettore dell’Università di Macerata John McCourt, in sindaci di Tolentino, Urbisaglia e Pollenza, Mauro Sclavi, Riccardo Natalini e Mauro Romoli, la consigliera regionale Anna Menghi, oltre a numerosi amministratori locali e le autorità militari del territorio.

«Non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta», ha esclamato con soddisfazione il presidente Renato Poletti rimarcando la propria predilezione per la sezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani, prima di lasciare la parola agli intervenuti per i saluti di rito. Entusiasmo condiviso con il presidente della Fondazione Carima: «Si tratta di un’occasione unica e irripetibile per far conoscere questi capolavori dell’artista francese che per la prima volta saranno esposti al pubblico simultaneamente in un contesto unico rappresentato dalla nostra collezione sul Novecento italiano – ha sottolineato Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi –, siamo altresì lieti di aver potuto offrire la nostra collaborazione ai Musei Vaticani, auspicando che possa dare l’abbrivio a future sinergie, e alla Diocesi di Macerata, alla quale siamo legati da un proficuo rapporto di lungo corso». 

Sinergia apprezzata dall’attenzione dimostrata dal numeroso pubblico giunto in Cattedrale, già dall’avvio della conferenza di presentazione. «Le cose succedono quando qualcuno vuole che accadano e succedono ancora di più quando varie persone decidono che accadano – ha ribadito il vescovo Marconi –, non necessariamente tutti vogliono che una cosa avvenga per lo stesso motivo. Questa straordinaria mostra a Macerata avviene per l’incontro e l’amicizia di tante persone che l’hanno resa possibile, le principali sono qui e le ringrazio per la loro presenza. Con questa mostra vorrei che la nostra città universitaria si confrontasse, con altrettanta curiosità e interesse con l’arte contemporanea attraverso quella straordinaria opera di Matisse che è la cappella di Vance. Io la considero preziosa in tutte le sue componenti, comprese le Casule che verranno esposte. Il messaggio più grande che io ritrovo in quest’opera di Matisse è che la fede è sempre un dono che sorprende tutti».

L’apertura della mostra è stata «un’opportunità importante» anche per il presidente Acquaroli grato, insieme alle autorità civili intervenute, della presenza in città del cardinale Ravasi. L’iniziativa è stata infatti finanziata con risorse dell’Accordo per la Coesione della Regione Marche 2021-2027 (Delibera Cipess n. 24/2024) – Fondo di Rotazione. «Per il tramite di un artista riusciamo a iniziare un percorso che avviene durante il Giubileo e che fa parte di una strategia di promozione del nostro territorio – ha ricordato il presidente Acquaroli –, è il frutto di una grande capacità di sinergia istituzionale, con le autorità ecclesiastiche e tra le comunità».

A chiudere la prima parte prima del taglio del nastro a Palazzo Ricci gli interventi del cardinale Ravasi e della curatrice Forti.

«Il mondo in cui viviamo ha bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione – ha detto il presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura citando il messaggio di Paolo VI agli artisti –, la bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani». Alla bellezza si contrappongono “bruttura” e “bruttezza”, termini che rappresentano appieno il dramma della guerra: «Viviamo oggi il trionfo di entrambe – ha detto ancora il cardinale Ravasi –, mentre la bellezza è invece alla base della luce dell’arte e della fede».

A spiegare l’essenza della mostra Micol Forti: «I Musei Vaticani conservano nella loro collezione di arte moderna e contemporanea un ricco nucleo di opere di Henri Matisse – ha detto –, le opere provengono tutte dal lavoro preparatorio che il grande artista francese ha fatto per la realizzazione della Cappella di Vence, alla quale lavora proprio a metà del Novecento. Abbiamo voluto selezionare un piccolo gruppo di preziosissime opere. Soprattutto questa mostra offre la possibilità di vedere per la prima volta quattro delle casule che Matisse realizza per gli abiti liturgici di questo straordinario luogo che lui concepirà in ogni singolo dettaglio e, oltre a dei disegni, delle lettere, dei bozzetti preparatori, abbiamo fatto in modo che il pubblico possa ripercorrere tutti gli aspetti di questa di questa Cappella, di questa opera fantastica che ha segnato l’arte sacra del Novecento».

Il progetto di ideazione e realizzazione dell’unica opera d’arte totale realizzata, impegna in modo esclusivo Matisse dal 1949 al 1951, quando la Cappella viene inaugurata il 25 giugno dal vescovo di Nizza, mons. Paul Rémond. 

L’artista ha disegnato e curato ogni singolo elemento: le magnifiche vetrate con il tema dell’Albero della Vita, le monumentali ceramiche con le immagini della Vergine con il Bambino, la Via Crucis e la figura di San Domenico, l’altare con il Crocifisso e i candelabri, la porta del confessionale, gli stalli del coro, tutti gli arredi liturgici, fino alle magnifiche casule i cui colori scandiscono diversi momenti dell’anno liturgico.

La serie conservata ai Musei Vaticani è stata donata dalle suore domenicane di Lacordaire nel 1977 e non è mai visibile al pubblico per la delicatezza del tessuto. Infatti, si tratta della prima prova di cucitura (mai indossata) che Matisse fece eseguire per testare la funzionalità e la qualità estetica delle sue opere.

La mostra è arrocchia anche da altri elementi del corredo, come i veli copricalice e le stole, di tre magnifiche litografie, bozzetti preparatori per il pannello della Vergine con il Bambino, del bozzetto in bronzo e ottone della Flèche, la grande croce che svetta sul tetto della Cappella, e delle copie anastatiche delle lettere che Matisse si scambia con la Madre Superiora del Convento, Mère Agnès.

Un ricco corredo di fotografie storiche e un’approfondita biografia restituiscono poi il contesto in cui ha preso luce questo capolavoro: un evento di eccezionale valore artistico e spirituale promosso dalla Fondazione di culto e religione Vaticano II, dalla Diocesi di Macerata e dai Musei Vaticani, in collaborazione con la Fondazione Carima.

La mostra resterà aperta dal martedì al sabato dalle ore 16 alle ore 19, mentre la domenica e i giorni festivi dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19. Lunedì giorno di chiusura.

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