Carissimi Sorelle e Fratelli in Cristo,
questa Lettera Pastorale è stata scritta anche col vostro prezioso contributo mettendo in pratica lo stile Sinodale. Infatti, i “materiali per la Lettera pastorale” diffusi il Giovedì Santo sono stati letti e commentati: dal Consiglio Presbiterale, dal Consiglio Pastorale Diocesano, dai Consigli delle varie Unità Pastorali, dai gruppi dell’incontro del 2 Giugno, da vari Gruppi, Movimenti, Associazioni e Comunità. Ho raccolto le sintesi di tutte queste letture e grazie a loro ho fatto una profonda revisione, anche alla luce del Cammino Sinodale della Chiesa Italiana che aprirà con l’icona di Emmaus la fase Sapienziale del suo percorso.
Da un tale cammino nasce questa la Lettera Pastorale 2023-2024, che cerca di rispondere a questa domanda: Entro la cornice più ampia della Diocesi e quella più prossima delle Unità Pastorali, come dovremmo “restaurare” la Parrocchia, che è ancora la struttura di base del nostro camminare insieme nella fede?
Una cornice esalta e protegge un dipinto, così Diocesi ed UP hanno la funzione di esaltare e proteggere da errori di chiusure e particolarismi il lavoro di evangelizzazione parrocchiale.
La comune riflessione ci ha confermato nell’idea che oggi: perché la parrocchia si consolidi come vera comunità credente, è necessario che abbia cura di almeno quattro elementi fondanti.
Il primo è la domenica, il giorno del Signore, ma anche il giorno che nell’incontro dei credenti fonda la comunità parrocchiale. Il giorno dell’Eucarestia e della Parola di Dio, in cui si consolida l’identità del cristiano: una fede non “praticata” è troppo fragile per reggersi nel nostro tempo. “Senza la domenica non possiamo vivere” dicevano i martiri persiani del IV secolo.
Il secondo sono i Sacramenti, che preparano ed accompagnano le età della vita umana. La vita scorre dall’infanzia alla vecchiaia, ma ogni età è aperta e conclusa da dei significativi momenti di passaggio. Ognuno di questi passaggi è accompagnato dalla comunità parrocchiale e segnato da un sacramento specifico. La nascita che apre l’infanzia, dal Battesimo. Il ritmo delle cadute e delle conversioni, dalla Confessione. Il ritmo settimanale e delle grandi feste, dall’Eucarestia. L’inizio della maturità, dalla Cresima. La costruzione della famiglia, dal Matrimonio. L’impegno della vita al servizio di Dio e dei fratelli, dall’Ordine Sacro. Ed infine la vecchiaia: il tempo delle fragilità e della fine della vita, dall’Olio degli infermi.
Il terzo è lo stile di Accoglienza, che caratterizza la parrocchia come la casa di Dio e dei cristiani sempre aperta all’incontro con l’umanità. Chi cerca spiritualità e carità, dovrebbe sempre sentirsi a casa quando giunge in parrocchia. E chi vuol mettersi a servizio di Dio e degli uomini per fare il bene, dovrebbe egualmente trovare qui il suo primo e più naturale luogo di impegno.
Il quarto è la Festa cristiana. I ritmi del tempo umano, le gioie e le sofferenze, la memoria grata di chi ci ha preceduto e della storia comune, sono celebrati nelle feste, momenti cruciali per costruire la comunità parrocchiale come Popolo di Dio in cammino. La festa infatti può unire o dividere, dare coscienza o stordimento, creare comunità o folla… La maniera cristiana o pagana di vivere la festa ed il suo tempo speciale è rilevante, perché determina anche lo stile pagano o cristiano con cui poi si vive il tempo feriale.
Nell’icona sinodale di Emmaus possiamo ritrovare tutti questi elementi fondanti della Comunità Parrocchiale rinnovata che vogliamo costruire insieme.
Questa Lettera, che troverete in parrocchia o sul sito internet www.diocesimacerata.it facendo sintesi della riflessione comune, indicherà il sogno di parrocchia rinnovata verso cui vogliamo camminare insieme. Invito tutti a leggerla, soprattutto i Consigli Pastorali a meditarla per cercare di darle attuazione concreta nelle specifiche realtà locali.
Cattedrale SS. Giovanni in Macerata.
29 Giugno 2023, solennità dei Santi Pietro e Paolo.
X Nazzareno Marconi