2019/12/24 Favola di Natale

24-12-2019

Era la sera del 24 dicembre ed il signor Giovanni, stanco ma felice, stava per chiudere la vetrina del suo negozio di cartoleria. Il signor Giovanni aveva lavorato fin da giovane in quella cartoleria del centro storico, fin da quando i ragazzi di terza liceo venivano a comperare con 10 lire due fogli protocollo a righe per il tema di italiano. Oggi i nomi di alcuni di loro erano nel suo negozio sulla copertina di qualche libro o come firma di un articolo di giornale ed il signor Giovanni era orgoglioso di questo, come se fossero stati non solo dei clienti, ma dei suoi veri allievi.

Questo Natale gli piaceva particolarmente. Come ogni anno aveva messo per tempo in vetrina le sue migliori statuine del presepe, con la fontanella, la stella cometa di varie misure e la carta disegnata che sembrava una roccia vera. Da qualche anno però se ne vendevano sempre meno ed il signor Giovanni, dopo il 26 dicembre, doveva rimetterle mestamente dentro le loro scatole. Era davvero un peccato che la gente stesse perdendo il gusto di fare il presepe, pensava Giovanni. Poi successe quello che non sperava.

Il Papa, quel Papa che aveva preso il nome di Francesco, proprio il Santo inventore del presepe, cominciò a riparlare del presepe alla gente con semplicità e passione. Aveva anche scritto una lettera sul presepe ed era andato a Greccio, nella patria del presepe, per accenderne le luci.

Questo aveva mosso la curiosità e la nostalgia del presepe tra le persone, che guardavano di solito distratte la sua vetrina. Prima un signore anziano, poi una coppia di giovani, poi una mamma con due bambini agitatissimi… Il signor Giovanni aveva svuotato la vetrina ed era dovuto andare nel ripostiglio, a prendere altre serie di statuine per ricostruire più volte il presepe esposto. Le ultime le aveva vendute proprio poche ore prima ed ora chiudendo la porta si rese conto che la gente che sarebbe andata alla Messa di Mezzanotte nella chiesa dietro l’angolo, passando davanti alla sua vetrina illuminata, non avrebbe potuto vederci nessun presepe.

Si fermò, sentendosi quasi in colpa, come se solo lui non avesse risposto all’invito così bello e gioioso che il Papa aveva fatto in quel Natale.

Allora riaprì la porta del negozio e si mise a rovistare fra le scatole accatastate del ripostiglio. Era certo di non avere più una serie completa di statuine del presepe, ma forse con quelle scartate negli anni: perché si era rotto l’asinello, o la ditta aveva spedito un re magio in meno… era ancora possibile rabbrecciare un presepe.

Raccolse tutto quello che trovò, prese gli ultimi pezzi di carta di roccia dai colori più strani, che nessuno aveva voluto. Le casette rimaste, tutte più o meno difettate, facevano sembrare il villaggio dei pastori un panorama terremotato, ma il tutto era ancora abbastanza gradevole o perlomeno curioso.

Le statuine, di colori e dimensioni tutte diverse, gli richiesero un supplemento di creatività. Le mise in scala, dal più vicino al più lontano, per mascherare con la prospettiva che non ce n’erano due della giusta dimensione. Alla fine il risultato era addirittura bello: quel presepe sembrava grandissimo perché dalla statuina più grande in primo piano a quella più piccola sullo sfondo, sembrava ci fossero chilometri di distanza.

I tre re magi erano da sempre rappresentanti di popoli diversi, ma quelle tre statuine che alla fine riuscì a trovare, sembravano addirittura venire da pianeti diversi… era proprio un presepe internazionale!

Dentro la grotta Maria e Giuseppe erano un poco più armonici, ma a guardali bene sembravano l’immagine di tante famiglie di oggi: dove pare tanto difficile trovare l’intesa, perché i gusti in comune paiono sempre meno, mentre ciò che ci differenzia appare ogni giorno più chiaro.

A questo punto il signor Giovanni entrò nel panico: non trovava neppure una statuina di Gesù Bambino!

Non poteva fallire, ora che era tanto vicino al successo. Mancava ancora mezz’ora alle 24 ed ebbe una illuminazione: se correva a casa, lì una statuina di Gesù Bambino l’aveva, dimenticata in un cassetto dall’anno precedente. Si mise il cappotto e partì deciso.

Quando fu di ritorno dopo una ventina di minuti vide la gente che stava andando alla Messa di mezzanotte accalcata davanti alla sua vetrina. Cosa era successo? Si chiese preoccupato. Quando si fece largo a fatica rimase senza fiato.

Quel presepe, fatto con gli scarti del mondo delle statuine, era davvero bello. Mentre lo costruiva con fatica non si era reso conto che: è proprio il fatto che siamo tanto diversi tra noi che rende il mondo bello. Certo trovare l’armonia non è facile, ma l’armonia difficile è certo la più bella e preziosa. Non aveva mai fatto in vita sua, un presepe più bello.

Ma la cosa più sconvolgente, che gli fece cadere una lacrima di gioia profonda, fu che nella piccola capanna vide brillare un Gesù Bambino, così ben fatto e luminoso da sembrare vivo.

 

Buon Natale 2019

condividi su