2022/01/06 Epifania del Signore – Santa Messa

06-01-2023

Carissimi, per me il pensiero dei Magi è indissolubilmente legato ad un ricordo: il 20 agosto 2005 ero con i mei seminaristi di Assisi e con 1.200.000 giovani nella spianata di Marienfled a Colonia, ad assistere alla prima GMG di papa Benedetto. Ci aveva convocato da tutto il mondo, invitandoci a ripetere spiritualmente il cammino dei Magi, le cui reliquie sono conservate nel duomo di Colonia.

Nella catechesi papa Benedetto spiegò come il cammino dei Magi fosse una icona simbolica del cammino spirituale che ogni persona deve compiere più volte nella vita: devi partire da dove sei, non importa quanto sei lontano, ed andare verso l’incontro con il Signore Gesù.

I Magi cercavano un re giusto e pacifico, per collaborare con lui a portare nel mondo quello che ogni cuore umano desidera nel profondo: la giustizia e la pace. Papa Benedetto ha sempre insegnato che ogni uomo, se ascolta il suo cuore e segue la retta ragione, simboleggiata dalla stella, ha il desiderio della giustizia e della pace scritto nella sua coscienza. Questa è la via su cui tutta l’umanità può camminare assieme, superando le divisioni di razza, lingua e cultura.

Ma questo desiderio buono non basta. Ognuno ha poi una sua idea su come concretizzarlo ed è da qui che nascono le divisioni e le guerre. Anche i Magi quando giunsero da Gesù “sicuramente avevano immaginato questo Re neonato in modo diverso. Tanto che all’inizio lo avevano cercato nella reggia di Erode” disse papa Benedetto, “erano persone con i piedi sulla terra, e sapevano che per cambiare il mondo bisogna disporre del potere. Per questo non potevano cercare il bambino della promessa se non nel palazzo del Re”.

Ma guidati da Dio e dalla stella furono capaci di cambiare mentalità, essi credettero che: “Dio è diverso da come noi di solito lo immaginiamo” e per questo giunsero ad inchinarsi “davanti a un bimbo di povera gente, e per di più già perseguitato da quel re che con il suo potere intendeva insidiarlo”.

“Qui cominciò il loro cammino interiore” continuava papa Benedetto con parole che amo rileggere con voi oggi e su cui dovremo a lungo meditare: “Dovevano cambiare la loro idea sul potere, su Dio e sull’uomo e, facendo questo, dovevano anche cambiare sé stessi. Ora vedevano: il potere di Dio è diverso dal potere dei potenti del mondo. Il modo di agire di Dio è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni di soldati ad altre divisioni. A Gesù, nell’Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo (cfr. Mt 26,53). Egli contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo il potere inerme dell’amore, che sulla Croce – e poi sempre di nuovo nel corso della storia – soccombe, e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina che poi si oppone all’ingiustizia e instaura il Regno di Dio. Dio è diverso – è questo che ora riconoscono. E ciò significa che ora essi stessi devono diventare diversi, devono imparare lo stile di Dio”.

Meditare sul vangelo dell’Epifania, cari fratelli, significa rimetterci in marcia lungo questo cammino interiore, seguendo la guida della stella, la ragione. Mi piace ricordare che dalle mie parti, ma anche qui, la parola ragionare ha un profondo e bel significato. Nella nostra civiltà contadina, scarpe grosse e cervello fino, ragionare non significa: calcolare in silenzio e da soli, magari davanti allo schermo del computer, ma “parlare pacatamente, dialogare cercando insieme le soluzioni”. Quando a qualcuno che agisce d’impulso e con rabbia diciamo: “fermati, stai calmo, ragiona!”, intendiamo: “parliamo insieme, troveremo la soluzione!”.

Quanto ci sarebbe bisogno ad ogni livello che molti più uomini seguissero la stella, che si fermassero occhi negli occhi ripetendosi l’un l’altro: “fermati, stai calmo, ragioniamo!”.

Qui sopra c’è, ormai completo, un bellissimo presepe: è un intero popolo, fatto di grandi e piccoli, uomini e donne, popolani e re, stranieri e vicini e tutti si inchinano davanti alla vita, fragile, bella e piena di promesse di un bambino. Così oggi si è rivelato il nostro Dio, Epifania significa rivelazione, e come insegnò Joseph Ratzingher, in uno dei suoi primi libri, la sua tesi di abilitazione sul concetto di rivelazione in san Bonaventura: la rivelazione di Dio non è un insegnamento di idee astratte che ci viene trasmesso, ma un atto d’amore con cui il vero Dio ci viene incontro e si fa conoscere. Lasciate perciò che il vero Dio si faccia conoscere ai vostri cuori.

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