2022/04/14 Omelia Santa Messa in Coena Domini

14-04-2022

La celebrazione di stasera ci invita a contemplare il mistero dell’Eucarestia. È sempre saggio farci guidare dai santi e quando sono eccelsi per santità e sapienza è ancora meglio. Per questo quando devo meditare cose sublimi come l’Eucarestia, amo leggere i grandi.

Parlando dell’Eucarestia nel suo opuscolo n 57 san Tommaso d’Aquino scrive: “L’Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, dèi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati”.

È bellissima questa intuizione dello stile con cui Gesù opera: “tutto ciò che assume di noi lo valorizza per il nostro bene”. Questo viviamo nel momento dell’Offertorio. Tutto ciò che offriamo a Dio, non solo il pane ed il vino, ma la nostra vita, il nostro tempo, le nostre forze, il nostro impegno concreto nel lavoro… Tutto quello che doni a Dio non lo perdi: Gesù lo accoglie e te lo restituisce ricco di frutti. Questo è facile sperimentarlo con la preghiera. Se regaliamo tempo a Dio nella preghiera, non ci troveremo mai impoveriti quando valuteremo i frutti del nostro impegno. Se ho tanto da fare e non mi basta il tempo, doniamo tempo a Dio e Lui troverà il modo di far fruttificare in abbondanza il tempo che resta.

Continua san Tommaso: “Perché rimanesse in noi, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino. O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i doni spirituali”.

Nella Consacrazione e nella Comunione vissute con fede, insegna san Tommaso, riceviamo tre tipi di doni. Prima di tutto “vengono cancellati i peccati”, perché il nostro peccato una volta commesso non trasforma certo Dio mettendo astio nel suo cuore. Dio, come il Padre della Parabola, non odia il figlio peccatore, me ne ha struggente nostalgia. Il nostro peccato riempie il cuore di Dio del desiderio di perdonarci. Il peccato invece impoverisce noi che lo commettiamo, ci porta ad una vita sempre peggiore: perché lontano da Dio si finisce tra i porci. Se però ti accosti veramente pentito all’eucarestia, meglio se con un pentimento perfezionato e rafforzato dal sacramento della penitenza, il Padre ti corre incontro, ti riveste e ti nutre con il pane degli angeli.

Il secondo dono dell’Eucarestia è “la crescita delle buone disposizioni”, perché l’eucarestia, come vero cibo spirituale ci fa crescere nel bene. L’anima si dilata, mentre il peccato aveva ristretto la nostra voglia di fare il bene. Il peccato ci rimpicciolisce ci rende “micragnosi”, l’Eucarestia ci ingrandisce ci rende “magnanimi”.

Infine, il terzo dono è che: “la mente viene arricchita di tutti i doni spirituali”. Infatti, tutti i buoni pensieri ed i progetti sani, che l’ascolto della Parola di Dio nella prima parte della Messa ci suscita, grazie al sacramento dell’eucarestia, grazie alla luce di Dio in noi, brillano in tutta la loro chiarezza e le scelte di bene diventano limpide, chiare ed attraenti ai nostri occhi.

Infine, conclude San Tommaso: “Nella Chiesa l’Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti”. Nella celebrazione eucaristica facciamo l’esperienza dell’incontro con Gesù risorto, perché comunichiamo al corpo di Gesù risorto e vivo. Perciò le barriere della morte non ci separano più dai nostri cari. Quanto è bello sapere che quello stesso Gesù che adoro nell’ostia, è quel Gesù che adesso i nostri cari contemplano in cielo. È come se il muro della morte che ci separa da loro si abbassasse e li sentissimo più vicini, perché il corpo del Risorto che contemplo in gloria, sopra il muro della morte, anche loro lo contemplano dall’altro lato. Quando anche noi oltrepasseremo quella soglia, se avremo gli occhi della fede fissi in Gesù, non proveremo paura: perché noi Lo vedremo sempre ed anche Egli ci vedrà sia di qua che di là della vita.

Giustamente conclude san Tommaso: “L’Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini”.

Nella preghiera di questa notte pensiamo a tutta questa bellezza del cielo che ogni giorno scende sulla terra, in mezzo a noi.

condividi su