2023/01/01 Omelia Maria Santissima Madre di Dio

01-01-2023

Buon anno.

La Chiesa inizia l’anno civile con una benedizione, quella narrata dal libro dei Numeri ed incentrata su una immagine che non è immediata per noi: “Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia”. Quando nelle corti antiche un uomo veniva condannato per una colpa, dopo aver cercato di difendersi in tribunale aveva ancora una possibilità: chiedere la grazia al re. Allora entrava alla presenza dal re con gli occhi bassi, chiedendo perdono e se il re gli avesse rivolto uno sguardo benevolo e sorridente, se “avrebbe fatto risplendere per lui il suo volto”, quel poveretto era graziato.

Questo è il primo atteggiamento con cui iniziare un nuovo anno: nessuno di noi è perfetto, nessuno se si guarda indietro po’ dire di aver fatto tutto bene, ma confidiamo nel sorriso di Dio, che ci accompagni come peccatori graziati per tutto questo nuovo anno.

L’anno è poi messo sotto la protezione di Maria. Accanto al sorriso di Dio apre l’anno il sorriso radioso di Maria. Il titolo con cui la veneriamo in questo giorno è antico e denso di significato: Madre di Dio. Per molte religioni che credono nel Dio di Abramo, come l’Ebraismo e L’islam, questo titolo suona quasi blasfemo. Come è possibile chiamare Madre di Dio una semplice creatura! La madre è colei che dona la vita e tale è stata Maria, donando a Dio la vita umana, questa vita fragile e faticosa che termina con la morte, Maria l’ha donata a Gesù, il Figlio di Dio.

E’ il mistero più grande della nostra fede: Dio che è tutto ed ha tutto in suo potere, ha chiesto a Maria, l’umile sua serva, il dono della vita umana, fragile, mortale, dolorosa eppure bella e che amiamo con tutto noi stessi.

Maria ha donato a Dio la possibilità di sperimentare la nostra fatica del vivere, l’umiliazione di essere fragili, la necessità profonda di dipendere dagli altri. Che Dio abbia chiesto a Lei questo dono non può essere senza significato.

In un mondo in cui ricorriamo la grandezza, la potenza, la forza, Dio viene a chiederci il dono della nostra piccolezza, della nostra fragilità, della nostra debolezza… Perché? Non c’è risposta certa a questo che è il mistero dell’incarnazione. La mente umana è limitata e non sa spiegare fino in fondo le scelte di Dio.

Una cosa l’hanno scoperta i santi: che per amare pienamente chi è piccolo, fragile e debole, è bene farsi come lui. C’è un amore speciale nel condividere la piccolezza, la fragilità, la debolezza dei fratelli che la mente fatica a comprendere, ma che il cuore riconosce.

Non sono i grandi, i forti ed i potenti che salvano il mondo dall’alto dei loro troni, ma solo coloro che scendono, che condividono, che si pongono a fianco dell’ultimo e del più povero.

Per questo nella giornata di preghiera per la pace la Chiesa ci consegna una ricetta per la pace mondiale del tutto inedita. I grandi del mondo non ci daranno mai una pace stabile e vera senza scendere a sentire sulla propria pelle: il freddo della stalla di Betlemme, la fame dei poveri pastori, la paura di quella notte di fuga dai soldati di Erode.

Senza ascolto del cuore, condivisione della vita degli ultimi e dei fragili, senza ripartire ogni giorno da questa vicinanza non si costruisce una vera pace.

Che il Signore sorrida a questa umanità peccatrice, che Maria volga a noi il suo sguardo luminoso, che ognuno guardi al fratello augurandogli la pace. Questo per noi significa iniziare bene un nuovo anno.

Buon anno nel Signore.

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