Carissimi le letture di questa sera sono luminose per comprendere ciò che stiamo celebrando.
Dio, dice San Paolo, ha chiamato a seguirlo gente che non si può vantare di nulla, se non di questa chiamata, di questa scelta libera di Dio, di questo Signore che prima ti ama e poi ti chiama.
Questo è il mistero di ogni vocazione: che Dio non ha bisogno di noi, ma ci chiede di collaborare con Lui per rivestire di senso e di bellezza la nostra vita. Ecco chi è il cristiano, e soprattutto colui che riceve un ministero sacro, è colui che rimanda tutto a Dio, perché di suo sa di non avere niente, perché tutto ciò che ha e tutto ciò che è viene da Dio. La nostra vita è dono, la nostra intelligenza è dono, la nostra forza è dono, la nostra volontà è dono. Tutto è dono. Tutto è grazia.
Stasera celebriamo prima di tutto il vostro rendimento di grazie al Signore perché vi ha accompagnati e guidati fino a questo giorno, fino ad impegnare la vostra vita per il vangelo e per i fratelli.
Ecco chi è il povero in spirito di cui parla il vangelo: è colui che vive la propria vita con questo atteggiamento, con umiltà, sapendo di essere completamente dono, dono di Dio, dono fatto da Dio agli altri. Se dimentichiamo questo nel nostro agire quotidiano, ci allontaniamo da Dio e dal Suo Regno e ricominciamo a vivere secondo le logiche del mondo, a costruire ognuno i nostri piccoli regni.
Nelle celebrazioni solenni il vescovo veste sotto la casula anche la dalmatica diaconale, perché anche lui, come i sacerdoti, non dimentichi mai che ogni ministero ordinato nella Chiesa nasce e deve crescere sul fondamento del diaconato. E’ proprio in questa nostra comune vocazione diaconale, che è seguire Cristo che si è fatto servo del Padre e servo degli uomini, che noi siamo sulla terra segni del Regno di Dio che viene.
Le Beatitudini, che questa liturgia della IV domenica per annum ci proclama, articolano lo stile del discepolo del Regno, uno stile di vita evangelica di cui siate costituiti annunciatori e testimoni.
Annunciatori poveri, perché non portiamo noi stessi, ma il vangelo che ci è stato donato.
Annunciatori capaci di soffrire per il vangelo, nella certezza che nessuna lacrima sarà sprecata, ma saremo consolati da Dio e dai frutti di bene della nostra evangelizzazione.
Annunciatori che imitano Gesù mite ed umile di cuore. Perché il vangelo non lo si urla in faccia al mondo, ma lo si annuncia con la dolcezza di una madre che guida suo figlio sulle vie del bene, come insegna Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, che abbiamo meditato insieme nel ritiro.
Annunciatori appassionati, che hanno una fame, una sete irresistibile, ma non di potere, non di ricchezza, non di sopraffazione dell’altro, ma di giustizia, la giustizia che viene da Dio. Quella giustizia che è giustificazione di Dio nei nostri confronti, perché Gesù è morto per noi quando eravamo ancora peccatori e lo ha fatto e lo fa ancora, per tutti i peccatori del mondo a cui siamo mandati per richiamarli alla casa del Padre.
Annunciatori misericordiosi, perché per primi abbiamo ricevuto misericordia.
Annunciatori puri di cuore, perché Dio si è fatto vedere nella nostra vita, ha condotto i nostri passi, purificato le nostre menti dalle idee distorte e sporche del mondo, ha reso il nostro sguardo simile al Suo e capace di guardare gli altri con benevolenza, senza malizia, volendo scrutare tutto il bene che c’è nella società, nel mondo, nelle persone, per far emergere quel bene. Perché più quel bene emerge, più il male viene soffocato ed eliminato.
Annunciatori infine operatori di pace, perché dentro di noi portiamo la pace che è dono di Dio offerto all’uomo, e operiamo la pace in quanto la offriamo come dono che viene dal Signore. Perché sappiamo bene di essere incapaci di costruire la pace. Solo Dio costruisce la pace in noi e ci aiuta a trasmetterla ai fratelli. Ed oggi più che mai, c’è tanto bisogno di operatori della vera pace.
Oggi tutto questo il Signore vi promette e di tutto questo vi rende capaci se non vi allontanerete mai da Lui. Non vi promette però successi e gloria, anzi vi annuncia che chi Lo segue e combatte il male sarà perseguitato a causa della giustizia, ma Lui non vi abbandonerà, sarà oggi a sempre al vostro fianco ed opererà in voi come ha promesso.
Andate dunque ed annunciate ad ogni creatura.
Come abbiamo meditato assieme nel ritiro: nell’invio apostolico Gesù ha istituito ogni ministero nella Chiesa, a partire dal diaconato. Andate dunque, annunciate il vangelo ad ogni creatura, battezzate e benedite, pregate che il Signore liberi il mondo da ogni male, ecco Lui è con voi tutti i giorni, fino alla fine del tempo. «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».