2023/02/22 Omelia Mercoledì delle Ceneri

22-02-2023

Il rito delle Ceneri che stiamo per celebrare apre il tempo della Quaresima che ha una ricchissima storia nella liturgia. Nei primi secoli segnava l’ultima preparazione degli adulti che avrebbero ricevuto il Battesimo nella veglia pasquale. I riti legati a questa preparazione venivano chiamati «scrutini» nei quali si trasmettevano ai candidati i tesori della fede cristiana: il Vangelo, il Credo ed il Padre nostro. A questa preparazione prendevano parte tutti i credenti e in questa maniera la preparazione al Battesimo di alcuni diventava per tutti l’occasione di meditare sul proprio Battesimo.

Questo è il programma spirituale che la quaresima ci pone davanti ogni anno. Riscoprire il valore del Battesimo che abbiamo ricevuto da bambini e sul quale forse non abbiamo meditato abbastanza.

Tutto comincia oggi riscoprendo l’importanza di chiedere e ricevere bene il perdono dei peccati.  Le parole di san Paolo: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 5,20; 6,2), ci aiutano a prendere coscienza che stiamo partecipando alla grande opera di redenzione del mondo, attuata da Cristo. Proprio con il battesimo siamo entrati in questo tempo di salvezza perché la morte di Gesù ha ucciso il nostro peccato e la sua resurrezione ci ha immesso in una vita nuova. «Convertitevi, e credete al Vangelo». «Lasciatevi riconciliare con Dio!». La Chiesa rivolge queste parole a tutti i credenti. La salvezza di Dio è accessibile a ciascun uomo, la potenza della redenzione di Cristo può abbracciare ciascuno, occorre però l’apertura del cuore, la disponibilità ad accogliere il dono del cielo, la risposta decisa. Il peccato costituisce un ostacolo. Di fronte alla grandezza dei doni di Dio, ci rendiamo conto soprattutto in questi giorni del male commesso, della nostra debolezza e fragilità.

Per iniziare bene questo cammino spirituale può guidarci la sapienza di un grande Padre della chiesa, S. Agostino, che nel suo bellissimo Commento al vangelo di Giovanni scrive: “Chi riconosce i propri peccati e li condanna, è già d’accordo con Dio. Dio condanna i tuoi peccati e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio. L’uomo e il peccatore sono due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. È necessario che tu detesti in te l’opera tua e ami in te l’opera di Dio. Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive”. (Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 12,13)

Il valore di queste parole per il nostro tempo è molto rilevante. Agostino ci insegna che il primo passo da fare per allontanarci dal peccato è distinguere uomo e peccatore, anche in noi stessi. Credere che se fai dei peccati, ma li riconosci, li condanni, e cerchi di allontanarti da loro resti umano e puoi diventare sempre meno peccatore. Se invece non riconosci il peccato, se cerchi mille scuse per nasconderlo, chiamandolo “bene” e non “male”, perché ti vergogni di averlo commesso, hai paura di essere diventato inumano e di non avere la forza di cambiare, allora l’uomo ed il peccatore non si separano e la via della salvezza si allontana.

Oggi come ieri gli uomini peccano, non è una novità. Ne oggi i peccati sono più grandi di quanti ne sono stati commessi in passato. Ma oggi, avendo meno fede in Dio e nella Sua misericordia, abbiamo paura di non poter vincere il peccato, di non riuscire a separare l’uomo dal peccatore. Così il nostro tempo, sempre più spesso, nasconde il peccato, chiama “bene” ciò che nel cuore sa che è “male”. Ma teme di non sapersene distaccare, non confida nella forza della morte e resurrezione del Signore per uccidere il male e rinascere a vita nuova. Per questo se non posso vincere il male ci scendo a patti: lo vernicio di bene, lo nascondo sotto il tappeto, mi metto la cipria e spero che nasconda le rughe che il male traccia sul mio volto.

Cari fratelli, la celebrazione di oggi ci dice che il carnevale è finito! Buttiamo le maschere con piena fiducia in Dio, guardando la nostra vita, almeno noi chiamiamo il male per ciò che è. Come dice sant’Agostino: L’uomo e il peccatore sono due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. È necessario che tu detesti in te l’opera tua e ami in te l’opera di Dio.

condividi su