2023/02/26 Omelia I Domenica di Quaresima

Genesi 2,7-9; 3,1-7 Romani 5,12-19 Matteo 4,1-11
26-02-2023

La parola di Dio di questa prima domenica di quaresima concentra la sua attenzione sul combattimento spirituale.

La nostra vita è segnata da una lotta tra l’attrazione che il male esercita su di noi, apparendoci buono e desiderabile, e la capacità di smascherarlo per dedicarci al vero bene. Mentre Dio è creativo e perciò ci propone costanti e belle novità nel bene, lo Spirito del male è noioso, banale, grigio. A ben vedere la tentazione con cui vuol vincerci non ha nulla di nuovo né di inaspettato: è sempre eguale.

Chi si lascia guidare dalla sapienza della Parola di Dio, come ci insegna a fare Gesù nel racconto evangelico delle tentazioni, avrà chiara e pronta la capacità di vincere le suggestioni del male, sempre banalmente eguali.

Lo insegnava già S. Gregorio Magno nella sua omelia XVI in cui pone in parallelo la prima lettura ed il vangelo di oggi. Dice san Gregorio:

L’antico avversario si rivolse contro il primo Adamo, nostro padre, con tre tentazioni, poiché‚ lo tentò di gola, di superbia e di avidità di potere. Lo tentò di gola quando gli mostrò il frutto dell’Albero proibito, perché ne mangiasse. Lo tentò poi di superbia quando disse: “Sarete simili a Dio” (Gen 3,5). Lo tentò di avidità di potere quando disse: “Conoscerete il bene e il male”

Con grande acume, molto moderno, san Gregorio sapeva bene che la conoscenza e l’informazione sono le grandi leve per la conquista ed il mantenimento del potere.

Poi continua:

“il Maligno, con quegli stessi mezzi coi quali abbatté‚ il primo Adamo, fu però vinto dal secondo Adamo da lui tentato”.  Cioè da Gesù nel deserto come narra il vangelo di oggi.

“il Maligno, lo tenta infatti nella gola quando dice: “Comanda che queste pietre diventino pane”. Lo tenta di superbia quando dice: “Se tu sei figlio di Dio, gettati di sotto”. Lo tenta con l’avidità del potere quando mostra tutti i regni del mondo, dicendo: “Tutto io ti darò, se ti prostri e mi adori”. (Gregorio Magno, Omelia XVI)

Questo grande papa del VI secolo svela che le fragilità fondamentali del cuore umano, su cui noiosamente lo Spirito del male fa leva per tentarci, sono sempre le stesse: la gola, la superbia e l’avidità del potere.

La gola riassume tutte le modalità con cui le nostre sensazioni si dimostrano affamate di affetto, di gratificazione, di piacere. Questi desideri, come la fame di cibo, sono delle esigenze buone, sono il segno della voglia d vivere in pienezza che ogni persona sana dovrebbe avere. Ma quando la voglia di vivere ci sopravanza, quando diventa una passione esagerata, il movimento diventa agitazione, la musica rumore, la sessualità stordimento ed i sentimenti solo emozioni. La quaresima, con l’arma del digiuno, cioè con la temperanza delle emozioni, ci insegna a combattere contro le passioni esagerate che ci stordiscono.

La superbia è la crescita abnorme dell’amore di sé, dell’autostima, del desiderio naturale di essere accolti ed apprezzati. Anche queste sono tutte cose belle e sane, se l’io non diventa il centro dell’universo attorno a cui far ruotare ogni cosa. La preghiera è la grande arma contro la superbia, perché ci mette davanti a Dio, ci fa sentire amati ed apprezzati da Lui, e ci dona un senso giusto delle proporzioni tra la grandezza del Creatore e la piccolezza di tutti noi sue creature.

Infine l’avidità del potere è la deformazione della giusta relazione con gli altri. Gesù ha detto una parola luminosa su questo: “io non sono venuto nel mondo per essere servito, ma per servire” (Mc 10,45). In una buona relazione tra persone, ciò che dovrebbe guidarci è l’amore gli uni per gli altri, il servizio reciproco, il dono gratuito. Ma tutti ci lasciamo prendere dal timore di donare senza ricevere, di essere sopravanzati dagli altri, di essere sfruttati e mai serviti. È questa paura che ci fa cercare la forza ed il potere, per metterci al sicuro nelle relazioni con gli altri. L’arma migliore per combattere contro l’avidità del potere è l’amore gratuito, simboleggiato dall’elemosina, che dona senza chiedere nulla in cambio. Solo provando a donare si impara che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35) e si vince la tentazione di imporsi con la forza ed il potere.

Il cammino quaresimale, allenamento annuale dello spirito per diventare vincitori nel combattimento spirituale ci pone così davanti due modelli: Adamo e Gesù, a chi vuoi somigliare?

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