La prima lettura di oggi, la vocazione di Abramo, ci indica un cammino che condurrà il Patriarca ad una grande benedizione, tanto grande che da lui si riverserà su tutti i popoli della terra. Nella Bibbia la benedizione indica la pienezza di vita e di gioia che Dio dona a chi si affida a lui. La benedizione è perciò un grande tesoro spirituale, una vera ricchezza! Questo rende ancora più strano questo testo perché il cammino per giungere alla grande benedizione, che viene indicato ad Abramo, si presenta come un cammino di impoverimento e di tenebra. Abramo dovrà lasciare tutte le sue ricchezze, le sue sicurezze: il suo popolo, la sua famiglia, anche gran parte dei suoi averi, per andare verso una meta che Dio ancora mantiene misteriosa. La via della benedizione per Abramo si apre come una via di sofferenza e di croce.
Questo stesso paradosso presenta il racconto evangelico della trasfigurazione. Matteo che mostra Gesù avvolto di una gloria molto grande, anche più che il Luca e Marco, infatti il suo volto è paragonato al sole ed i discepoli meravigliati non lo chiamano semplicemente “maestro”, ma addirittura Signore. Un titolo con cui la Bibbia chiama solo Dio! Eppure, il nostro vangelo è posto proprio tra due annunci della passione di Gesù. Un fulgore di gloria, ma in un contesto di sofferenza e croce.
Per noi la benedizione, la grazia e la gloria di Dio che entrano nella nostra vita, dovrebbero trasformarla cancellando ogni ombra, ogni sofferenza ed ogni croce. Non riusciamo ad accettare che la prova, la sofferenza, anche il momento del buio e del dubbio possano integrarsi in un disegno di benedizione che Dio ha fatto per la nostra vita.
Commentando la trasfigurazione nella sua Omelia 51, San Leone Magno, il papa del V° secolo che seppe fermare Attila, scrive:
Certamente questa trasfigurazione aveva soprattutto lo scopo di eliminare dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce, affinché l’umiltà della passione volontariamente subita non turbasse la fede di coloro ai quali sarebbe stata rivelata la sublimità della dignità nascosta. Ma con eguale previdenza egli dava un fondamento alla speranza della santa Chiesa, di modo che tutto il corpo di Cristo venisse a conoscenza di quale trasformazione sarebbe stato gratificato, e le membra dessero a sé stesse la promessa di partecipare all’onore che era rifulso nel capo.
La trasfigurazione cioè prima di tutto illumina la nostra vita segnata dal buio del dolore, della sofferenza e della croce. Il Signore della gloria, che ha abbracciato volontariamente la passione, ci insegna a non dubitare di Dio quando il cammino della vita sembra buio e privo di senso. Il Signore non risponde subito al senso della prova e della sofferenza, ma ci invita a guardare oltre, verso la luce di un cammino che va più lontano, confermando la fede che prima di tutto è un abbandono pieno di fiducia nelle sue mani. Allora Abram partì, sulla via indicata dal Signore, ancora senza sapere dove andava, ma fiducioso in lui.
Chi vive questa fede riceve una prospettiva ancora più ampia e grande. Chi non si lascia fermare nel cammino dalla paura della croce, vedrà nelle luci della trasfigurazione che Dio gli donerà, la profezia e la promessa di una gloria ancora più grande. Il cammino della fede infatti è un cammino tra piccole gioie e prove e fatiche in questo mondo. Chi non si ferma bloccato dalla paura di portare la croce, scopre che le gioie e le luci che Dio ci dona, non sono solo soste nel cammino faticoso del vivere, ma sono spiragli di luce che contemplati con fede ti fanno intuire e prevedere cosa sarà la gioia finale del cielo.
Narra una storia che due montanari camminavano con fatica lungo un sentiero stretto e ripido che conduceva ad una valle. Trovandovi spesso dello sterco di cavallo che complicava il cammino, il primo se ne lagnava come un ulteriore segno di sfortuna e dolore. Ma l’amico disse: “non lamentarti, pensa che bel cavallo troveremo nella valle”. La passione e la croce che incontriamo nella strada della vita sono passaggi obbligati per la resurrezione, ad essa dobbiamo volgere lo sguardo della fede.