Omelia Ordinazione Presbiterale di Carlos Arturo Berrio Lara

10-05-2025

Carissimo Carlos,

nella Parola di Apocalisse che abbiamo ascoltato c’è una frase densa di significato: “L’Agnello sarà il loro Pastore” che indica una dinamica particolare: per diventare Pastore prima bisogna essere stati Agnello. La stessa dinamica è evocata nella frase: “sono stati salvati dalla grande tribolazione grazie al sangue dell’Agnello”. Cioè: per essere salvatori dal male che colpisce i fedeli, come è salvatore l’Agnello, bisogna che prima l’Agnello abbia affrontato e vinto il male, fino a versare il suo sangue, che diventa fonte di salvezza per il mondo.

Essere Pastori del popolo di Dio ed essere Ministri della misericordia purificandolo dal male, non è possibile senza un percorso di sequela, come agnelli del Pastore grande ed un percorso di offerta e purificazione, versando insieme con Cristo ogni giorno il proprio sangue.

Essere prete è entrare in questa grande esperienza di vita e di salvezza. Infatti, cosa opera il prete se non questo? Ciò che ci distingue e la missione che ci caratterizza è proprio essere Pastori, cioè custodi, guide e nutritori spirituali del nostro popolo. Ed essere Ministri della misericordia, cioè servitori del perdono di Dio che cura i cuori e li sottrae al male ed al peccato.

Oltre questo il prete può fare tante altre cose, tutte utili, ma solo se fa questo, se le altre azioni vengono a completare questo che è il cuore della nostra vocazione e missione, risponde alla sua più vera vocazione e identità.

A volte la gente potrebbe chiederti altre cose, anche molto diverse da questa tua vocazione fondamentale. Davanti a tali richieste la sapienza e la guida dello Spirito Santo ti sarà preziosa, perché un vero padre dona “cose buone” ai propri figli, non tutto quello che i figli gli chiedono.

Un vero pastore, un vero ministro della misericordia sa dire tanti “si” generosi, ma deve avere anche il coraggio di dire dei “no” se sono necessari.

Allora, come essere un buon pastore?

Prima di tutto non smettere di essere agnello del grande Pastore. Perché è ricevendo da Lui la guida che potrai guidare, è essendo custodito dallo stare con Lui che potrai custodire, è essendo nutrito dalla sua Parola che potrai parlare ai fratelli con Parole di Dio.

Il prete non è una sorgente, ma un canale, che porta l’acqua del Signore; non è la vite, ma un tralcio a cui altri tralci potranno essere legati perché li nutra.

Potremmo riassumere tutto in una bella frase di Santa Teresa di Lisieux: «L’amore si paga con l’amore». Era una frase di S. Giovanni della Croce, che il grande mistico spagnolo intendeva: l’amore di Cristo per noi si paga riamandolo ed amando i fratelli. Teresa la leggerà, nella sua visione spirituale molto Paolina, che cioè tutto deriva da Dio e dalla sua grazia, in maniera nuova. L’amore con cui Dio ci ama, si ripaga lasciando che susciti in noi altro amore, da riversare su Dio e sui fratelli.

Tutto è grazia, dice sempre Teresa. Tutto è grazia e tutto riceviamo dall’amore di Dio, senza nessun nostro merito. A noi sta solo di restare attaccati con tutte le forze alla Sorgente del cuore di Cristo, di camminare seguendo le orme del Buon pastore.

Fidati che questa grande verità è tale anche per te.

Nella misura in cui riconoscerai ogni giorno il dono gratuito e bello che ricevi da Dio della sua Parola, sarai capace di farti annunciatore efficace della gioia del vangelo.

Nella misura in cui sarai stupito del dono dell’eucarestia che ti nutre l’anima, sarai un vero celebrante per la salvezza del mondo.

Nella misura in cui ti sentirai, senza merito, custodito e protetto dall’amore di Dio, sarai un testimone del Suo amore per il mondo.

Tutto è grazia ed ancora di più lo è la misericordia ed il perdono.

Solo se sarai ogni giorno cosciente che: il sangue di Cristo ti lava dai peccati e la Sua misericordia ti preserva dal fare il male in cui da solo cadresti di certo, avrai un cuore pieno di gratitudine verso Dio, perché tutto è grazia, sempre immeritata. Solo un cuore grato diventa un cuore capace di donare la misericordia di Dio, come fa Dio con te: senza misura.

Il prete è tutto in questo cuore donato a Dio, che trapassato dal suo amore diventa un canale con cui l’amore di Dio raggiunge il mondo.

Chi vive così diventa un santo prete.

L’alternativa è fare il prete per mestiere, ad ore, finché si è pagati: con il successo, il riconoscimento umano, l’applauso. Per Gesù questo durò 5 giorni scarsi: dalla Domenica delle Palme al Venerdì Santo. Non illuderti che per noi possa durare molto di più.

Sappi però che il mondo è pieno di santi preti, come dice l’Apocalisse: di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Con l’ordinazione entri in una compagnia di confratelli che se ha i suoi limiti, ha però la gloria dei suoi santi e soprattutto quella di tanti santi preti anonimi che solo Dio ha riconosciuto.

Benvenuto nella sequela dell’Agnello immolato e glorioso, che brilla nell’alto della pala del nostro bellissimo altare di San Giovanni.

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