Omelia ordinazione sacerdotale don Andrea Berardi

08-10-2016

La liturgia ci rivela la vita e in effetti qui è successo quello che è sempre successo nella tua vita: hanno cominciato i tuoi genitori ad annunciarti la parola di Dio. E’ la Parola di Dio che ti ha mosso e che ti ha fatto camminare e che ti fatto arrivare fino a qui. Ed è stata la Parola che per primi ti hanno annunciato i tuoi genitori. Questo fatto dovrebbe essere normale: che sia la famiglia ad evangelizzare, invece adesso sta diventando eccezionale, quasi strano. Il Signore con te ha voluto essere attento e delicato e ti ha dato modo di camminare sostenuto da tanti fratelli: dalla tua famiglia, da chi ti è caro, da questa Comunità Salesiana di Macerata e dalle varie Comunità e che ti hanno sostenuto nel cammino.

Le tre letture che abbiamo ascoltato, e che per primo ho ascoltate per te e pregandoci, evidenziano tre passaggi che mi sembrano importanti da ricordare.

Il libro di Geremia ci spiega che cos’è la vocazione. Il Signore ti ha conosciuto come conosce ognuno di noi dall’inizio, da quando inizia la nostra vita. Dal primo attimo della nostra vita il Signore si mette a studiare questo piccolo essere umano, frutto dell’amore dei genitori, che sta crescendo e si domanda: “Che cosa ne posso fare? chi è Andrea?”

Dal momento in cui i tuoi genitori ti hanno concepito, Dio si è fatto questa domanda: “Chi è Andrea?” Oggi sappiamo la risposta: Andrea è un salesiano ed è un prete. Fidati! Il Signore ti conosce, il Signore ci conosce tutti e la vocazione non è altro che il momento in cui noi scopriamo quello che Dio già sa di noi. Lui sa chi siamo. Tu non ti sei fatto Salesiano e non ti fai prete. Tu sei un salesiano e sei un prete, anzi direi che sei un prete nella forma di Don Bosco. Credo che questo sia il modo giusto di dire. E con Don Bosco è facile, perché in lui la sintesi tra l’essere salesiano l’essere prete era perfetta. Il Signore ti propone questo modello: essere prete nella forma di Don Bosco. Questa è la tua verità e tu potrai essere profeta delle nazioni solo a partire da questa verità. Sforzati di comprendere che cosa vuol dire per te questo. Credo che le altre due letture ce lo dicono. La lettura di Paolo Corinzi ci dice che noi “siamo vostri servitori a causa di Gesù Cristo”, ecco la più bella definizione del prete. Il prete è un servitore del popolo di Dio a motivo di Gesù Cristo. Attenti, dice: a motivo di Gesù Cristo ed è importante, perché certe persone ti verrà di servirle del tutto naturalmente, mentre altre no. Altre persone non ti verrà proprio di servirle. Nella vita di servizio di un prete ci sono delle persone che ti fanno passare la voglia di metterti al loro servizio. Sia per motivi tuoi che per motivi loro, smetterai di essere il loro servitore. Ma se servi “per motivo di Gesù Cristo”, allora sarai capace di servire anche le persone che te non ti viene proprio dal cuore di servirle!

Ma come si servono queste persone? Portando loro “quella luce che rifulge in noi”. Non la tua luce personale, ma quella di Cristo che rifulge in te. Senza dimenticare mai che questa luce è conservata dentro un vaso di creta.

Lo so bene che siamo vasi di creta e che quindi siamo fragili. Però è anche vero che se tu metti una candela dentro un vaso di creta, il modo migliore perché la candela faccia luce, è rompere il vaso! Quindi non aver paura delle tue fragilità, non aver paura del fatto che sei un uomo povero e semplice, non aver paura del fatto che sarai anche uno che sbaglia. Dio non ha problemi.

E’ molto più grande la luce che brilla in te, di te stesso. E se qualche volta anche i tuoi limiti ti porteranno ad essere un vaso scocciato, un vaso rotto, un vaso con degli spacchi belli grossi, Dio saprà passare anche attraverso le tue fragilità. Guarda che questo è un mistero grande: non solo Dio si serve delle nostre virtù, ma Dio passa anche attraverso le nostre fragilità, i nostri limiti, addirittura i nostri difetti. Come faccia non lo so, ma t’assicuro che funziona! Dio si serve di te e se tu lo lasci fare, se lasci che Dio si serva di te e se davvero ti metti al servizio dei fratelli a motivo di Cristo, vedrai che il Signore farà fruttificare questo dono del sacerdozio e questo dono del sacerdozio nella forma di San Giovanni Bosco.

Da ultimo nel Vangelo il Signore ci dice che ci ha mandato: “a portare il lieto annuncio ai poveri”. E chi sono i poveri nel mondo di oggi? Sono i giovani! Nel mondo di oggi i poveri sono i giovani. Perché nel mondo di oggi non c’è posto per i giovani. Chi comincia a girare e vede la situazione del lavoro scopre che questo mondo è per pensionati, non per giovani. I giovani sono dimenticati e spesso sono poveri fin da quando vengono concepiti, perché non sono una vita accolta, ma una vita programmata, addirittura una vita pensata fin dall’inizio perché i genitori vogliono un figlio. Siamo in un mondo dove davvero i giovani sono i poveri e a volte negli oratori li incontrerai, perché negli oratori ci finisce chi non lo vuole nessuno. Negli oratori salesiani di solito ci finiscono quelli che le altre strutture scartano, anche tra gli scout. A questi giovani, ai poveri sei mandato, a quelli che magari le famiglie non li considerano o che vengono da famiglie tutte sbandate. A quelli che faticano a vedere una prospettiva di futuro. Questi sono i poveri, a questi poveri vieni mandato per essere profeta di speranza. Per questo credo che nella tua vita non troverai mai difficoltà nel coniugare l’essere salesiano e l’essere prete. Se vivi così quest’ordinazione e il tuo essere prete donato ai fratelli, l’esserlo nella forma di Don Bosco oggi e soprattutto oggi ti aiuterà e sarà per te un sostegno e una guida. Spero che tu, alla fine della tua vita, tra tanti anni perché i preti devono vivere a lungo dato che sono pochi, quando riconsegnerai la tua vita a Dio, spero che tu possa dire ai tuoi ragazzi quello che ha detto un gran prete: “Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto” (dalle Lettere di Don Lorenzo Milani, Milano, 1970,  p 284). Che l’unico dubbio con cui ti presenterai al Signore sia: se ti sei dedicato più a Lui o più ai ragazzi, ma sta tranquillo che il Signore non è geloso di un cuore totalmente speso per il popolo di Dio ed in modo particolare per i giovani. Che il Signore ti benedica.

 

 

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