Omelia Santa Messa – Festa di San Giuliano

31-08-2016

In questo Anno Santo della Misericordia la celebrazione di San Giuliano prende un significato particolare, anche per l’esperienza, purtroppo molto vicina, del terremoto che ha flagellato la nostra terra.

Le letture di oggi ed in particolare il brano del libro del Siracide mi sembrano un dono di luce spirituale, per leggere con fede questa esperienza che stiamo vivendo.

Ben Sirach il saggio dell’antico testamento autore di questo testo, dopo aver riletto la storia passata del suo popolo con le sue alterne vicende, confessa la sua fede in una provvidenza divina che guida la storia: egli sa che “il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione”.

Noi abbiamo sperimentato questa salvezza: se il numero delle vittime è alto e preoccupante, poteva però essere ancora più tremendo, se il terremoto fosse avvenuto in altri orari. Ma ancora di più abbiamo sperimentato come Dio ci salva dagli eventi negativi, che fanno parte della nostra vita fragile sulla terra, attraverso l’impegno degli uomini di buona volontà.

Sappiamo bene che le responsabilità di uomini che non fanno il proprio dovere per il bene comune, possono aggravare le conseguenze di un evento naturale com’è un sisma. E purtroppo questa storia di inadempienze e colpevoli mancanze la conosciamo e la scopriamo sempre di più.

Tuttavia l’impegno eroico di uomini retti, che sostenuti dal civismo e molto spesso dalla fede, salvano, soccorrono ed ospitano le vittime del terremoto, sono le mani di Dio che salva e che protegge. Dio è nei luoghi più devastati dal terremoto ed anche tra le nostre case e Chiese lesionate, attraverso la presenza dei credenti che operano. “Dove due o più sono uniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro” ha detto Gesù. E Gesù è in mezzo a chi scava senza riposo tra le macerie, è tra chi accoglie gli sfollati nelle tende e prepara un pasto caldo, ma è anche tra chi studia i rischi ed impegna la sua mente e le sue competenze tecniche per ridurre il pericolo e trovare soluzioni più sicure per il futuro.

Noi siamo le mani di Dio per aiutare il mondo, dice una vecchia canzone, ed il terremoto ci ha ricordato questa bella verità e ci chiama sempre più all’impegno ed alla responsabilità verso chi soffre.

Questa esperienza ci ha poi insegnato il valore della vita. Le case crollate si potranno ricostruire. I beni danneggiati ricomperare, ma le vite travolte dal terremoto non si recuperano. Se non agli occhi della fede, che ci insegna a guardare la morte, anche quella più tragica ed improvvisa, come un passaggio verso la luce di Dio. Per questo da credenti sentiamo oggi tutto il dovere della preghiera di suffragio per le vittime. Non è vero che non possiamo fare più nulla per loro. Possiamo pregare “il Signore clemente e misericordioso, che perdona i peccati” perché li accolga nelle braccia della sua misericordia.

Infine la meditazione alla luce della parola di Dio su questo evento che abbiamo vissuto e che segnerà anche il nostro futuro, mi ha spinto a notare tutta la passione con cui le forze migliori del paese, dal volontariato ai tecnici di ogni ambito, agli operatori della comunicazione sociale ed anche ai politici, si sono mobilitati davanti a delle case in macerie per salvare il salvabile ed evitare che altre case in futuro potessero finire in macerie. Non ho potuto fare a meno di pensare a quante altre case, nel senso di famiglie, di nuclei familiari in crisi, sono a rischio crollo o sono già in macerie. Quando crolla interiormente una famiglia ci sono egualmente vittime e spesso soprattutto vittime innocenti. Non ho potuto fare a meno di pensare che se tutti mettessero lo stesso impegno per rendere antisismiche davanti alle prove della vita le unioni familiari; se alle prime scosse tutti si mobilitassero con la stessa generosità che vediamo oggi; se i politici prendessero provvedimenti altrettanto celeri e saggi per dare sostegno alle famiglie che rischiano di crollare dentro, la nostra intera società ne guadagnerebbe molto. Quante vittime e quanto dolore potremmo evitare se scattasse una “protezione civile” altrettanto efficiente in difesa di chi si ama e vuol, continuare ad amarsi, con l’aiuto generoso di tanti per superare le crisi ed i sismi della vita.

E’ un sogno di vescovo, che affido alla protezione di San Giuliano ed alla collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà che sono tra noi e per fortuna sono tanti.

 

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