Omelia Solenne Veglia Pasquale

15-04-2017

OMELIA DI PASQUA
In questa celebrazione risuona l’annuncio del cuore della nostra fede, quello che con termine teologico chiamiamo il Kerygma e che si può condensare in una frase: «Il Signore è risorto». Come tutte le sintesi teologiche questa formula potrebbe essere intesa in forma semplicistica o parziale. Le eresie, cioè gli insegnamenti sbagliati riguardo alla fede sorti nel corso della storia, difficilmente sono palesemente falsi, spesso sono formulazioni incomplete e semplicistiche, di un mistero che è sempre più grande delle nostre piccole menti.
Dire «il Signore è risorto» anche se sembra la stessa cosa, non è dire semplicemente che «Gesù è risorto»! Una frase simile a: «Lazzaro è risorto» o ancora «il figlio della vedova di Nain è risorto». Non è questione “semplicemente” del fatto che Gesù è tornato in vita, bensì, molto più profondamente del fatto che Egli è il Signore, il Figlio di Dio, Colui che guida la storia e la salva. Il Kerigma più sintetico e più chiaro potremmo dirlo così: «Il Risorto è il Signore». Non è un giuoco di parole, ma una affermazione densa di significato: «Il Risorto è il Signore».
L’esperienza di Pasqua che ha cambiato la vita dei discepoli e del mondo e che questa notte celebriamo è infatti l’incontro fatto dai testimoni della risurrezione. Quel Gesù, che essi avevano visto morire e avevano sepolto, si è ripresentato a loro vivo, anzi “Risorto”. Pieno cioè di una vita che non era solo la vita di prima, la nostra fragile vita che cammina sempre più velocemente verso la morte, ma una vita piena, che cresce sempre di più e contagia quanti la toccano, facendoli sentire pieni della vita di Dio. Per questo essi annunciavano: «Abbiamo visto il Signore», «il Risorto è il Signore». Nel greco del Nuovo Testamento “il Signore” è solo Dio, è il titolo specifico con cui Israele dice la sua fede in Dio creatore e per questo padrone delle cose e della storia.
Se lungo la loro vita con Gesù i discepoli avevano più volte sospettato che quell’uomo di Nazareth che stavano seguendo, fosse molto più di uno dei tanti profeti mandati da Dio, ora ne erano certi, perché i profeti erano morti ed erano restati tali, ma scontrandosi con Gesù sul Calvario era “morta la morte”, perché lui era “il Signore della vita”. L’annuncio di Pasqua è che “la morte può morire” e Colui che l’ha sconfitta è il Creatore stesso. Chi ci ha dato la vita, che scorre verso la morte, può darci una vita nuova che sgorga oltre la morte.
Questo è l’annuncio, il Risorto, il nostro amico, il nostro maestro, colui che ci ha amato tanto da morire per noi, colui che dalla croce ci ha donato un perdono generoso e gratuito, è il Signore, ha in mano la storia e tutta la creazione.
Per questo nella sua prima predica Pietro non annunzia solo la resurrezione, ma anche il fatto che Gesù è Signore e Cristo: «Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). Il titolo di “Cristo” cioè messia, salvatore, ci dice come il Signore vive il suo dominio sul tempo e sul creato, conducendo ogni cosa a pienezza e facendo sì, come dice san Paolo: che «tutto cooperi al bene per coloro che Dio ama» (Rm 8,28).
Questa notte il Kerygma proclama la nostra fede che: se Trump si crede potente perché ha la bomba più grossa, solo “il Risorto è il Signore”. Se l’Isis pensa di terrorizzarci perché possono toglierci questa vita che muore, il Signore può farci risorgere.

Se Xi Jinping, presidente del governo cinese, comanda a 1 miliardo e 375 milioni di persone, il Risorto è Signore del creato e della storia e parla al cuore di tutti gli uomini di buona volontà.
Questa è la nostra fede che possono credere solo i grandi con un cuore da bambino, ma fortunatamente nel mondo ci sono ancora tantissime persone così e con l’aiuto di Dio potremo esserlo anche noi.
Buona Pasqua.

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